Fast Fashion e Ultra Fast Fashion: Quando la moda diventa tossica

Il Fast Fashion e il più recente Ultra Fast Fashion hanno rivoluzionato il settore della moda, offrendo collezioni a costi contenuti e subito disponibili. Tuttavia, dietro a questa accessibilità si nascondono gravi conseguenze ambientali e sociali. Sprechi tessili, emissioni di CO₂ e sfruttamento delle risorse umane rendono questo modello insostenibile. Come possiamo invertire questa tendenza e promuovere una moda responsabile?

Negli ultimi decenni, il mondo della moda è stato travolto da un fenomeno senza precedenti: il fast fashion. Marchi capaci di sfornare nuove collezioni a un ritmo vertiginoso, seguendo (o creando) trend che mutano nel giro di poche settimane… Ora, siamo di fronte a una sua evoluzione ancora più estrema: l’ultra fast fashion, che riduce ulteriormente i tempi di produzione fino a pochi giorni.

Ma qual è il vero costo di questa corsa al consumo? Non parliamo solo del prezzo sulle etichette, ma del devastante impatto ambientale, sociale ed economico che si cela dietro questa industria. Dal punto di vista della sostenibilità, questi modelli di produzione e consumo rappresentano un allarme rosso per il nostro pianeta:

 

1. Un'impronta ecologica insostenibile

Produzione intensiva: La creazione di capi a basso costo richiede risorse naturali come acqua e terra. Si stima che per produrre una sola maglietta di cotone servano circa 2.700 litri d'acqua, equivalenti al consumo di una persona in 2 anni.

Rifiuti tessili: La moda veloce alimenta un ciclo continuo di consumo usa e getta. Ogni anno, oltre 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili finiscono nelle discariche.

Emissioni di CO₂: Il settore della moda è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di gas serra, una percentuale destinata a crescere con il proliferare dell'ultra fast fashion.

 

2. Sfruttamento delle risorse umane

La produzione a ritmi serrati spesso si basa su condizioni di lavoro precarie: salari bassi, orari massacranti e, in alcuni casi, sfruttamento minorile. Questi problemi sono ancora più accentuati nei brand di ultra fast fashion, che comprimono ulteriormente tempi e costi per massimizzare i profitti.

 

3. Un modello economico non circolare

Il fast fashion si fonda su un modello lineare: produzione, consumo, smaltimento. Questo è in netto contrasto con i principi dell'economia circolare, che punta a ridurre gli sprechi e a valorizzare le risorse attraverso il riuso, il riciclo e il design sostenibile.

Di fronte a un problema così complesso, ogni attore della filiera – dalle aziende ai consumatori – ha la responsabilità di agire per un cambiamento.

 

Cosa possono fare le aziende?

Investire in materiali sostenibili: Tessuti riciclati, fibre biodegradabili o prodotte con processi a basso impatto ambientale.

Adottare modelli circolari: Iniziative come programmi di restituzione dei capi usati o produzione su commessa possono ridurre gli sprechi.

Trasparenza e tracciabilità: Garantire che l'intera filiera sia etica e sostenibile, offrendo ai clienti informazioni chiare sull’origine dei prodotti.

 

Cosa possono fare i consumatori?

Acquistare meno, ma meglio: Investire in capi di qualità, pensati per durare nel tempo.

Il second-hand come alternativa: Mercatini dell’usato, app per lo scambio di vestiti e accessori vintage sono alternative green e di tendenza.

Informarsi e fare pressione: Sostenere i brand che si impegnano davvero nella sostenibilità e spingere le aziende meno virtuose a cambiare.

 

Conclusioni

E’ urgente che si prenda coscienza che la sostenibilità non è solo un'opzione, ma una necessità. Tutti possono essere parte della transizione: le aziende hanno il dovere di riflettere sulla trasformazione delle loro catene di approvvigionamento, implementando pratiche etiche e innovative. I consumatori devono incoraggiare la scelta di soluzioni che riducano l'impatto ambientale e incoraggino la transizione verso modelli di economia circolare. La moda non deve essere dannosa: con scelte consapevoli, possiamo renderla un'opportunità per creare valore, rispettando le persone e il pianeta.

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